Studiare una personalità come Roberto Gabetti significa cercaredi comprendere e restituire i tratti di una figura che si muove traprofessione, studio e ricerca, vivendo stagioni molto diverse. Inlatino, studere significa - prima ancora che studiare - dedicarsi, applicarsi e amare. Lo studio, quindi, in quanto atto d'amore perla conoscenza, non è altro che filo-sofia: amore per il sapere. Il volume raccoglie gli interventi ampliati presentati al seminarioaccademico intitolato Studiare Roberto Gabetti, tenutosi nel 2020in occasione dei vent'anni dalla scomparsa dell'architetto torinese. Il seminario, curato da Carlo Olmo, apre un passaggio - non sologenerazionale, ma soprattutto storiografico - sulla figura di Gabetti, e rappresenta il punto di inizio per nuove indagini sulla suapoliedrica attività. I saggi esplorano il lavoro del maestro torinese sotto accezioni diverse: allievo di Giovanni Muzio e poi assistente di Carlo Mollino, progettista capofila del Neoliberty quindi precursore - insieme conAimaro Isola - della sensibilità ambientalista, cittadino militante, professore universitario, studioso di Le Corbusier, saggista e personaggio storico. I diversi contributi restituiscono in tal modo unquadro ricco e complesso, ripercorrendo carriera, professione einsegnamento di Gabetti, mettendone retrospettivamente in luceil lascito. Le memorie si conservano solo a patto di rielaborarle.È perciò vitale chiedersi cosa sia tuttora vivo del progetto culturale di Gabetti come architetto e docente, quale sia il significatoattuale della lunga carriera di una figura fondamentale tanto per ilPolitecnico di Torino quanto per la storia dell'architettura italianadel XX secolo. Ed è importante porsi tali domande per mettersi incondizione di gestire l'eredità di un grande architetto, destinatacomunque a diventare oggetto di studio per le generazioni future.

Studiare Roberto Gabetti

Tra il 1930 e il 1960 si riunisce attorno ad Adriano Olivetti un gruppo di intellettuali dalla diversa formazione, spinto dall'urgenza di dare vita a una nuova disciplina urbanistica capace di governare, attraverso la progettazione, la costruzione di un paese più moderno e più avanzato. Un approccio organico che Carlo Olmo, nell'analisi di quella straordinaria esperienza e nel dialogo con Antonio De Rossi che segue, auspica possa essere nuovamente adottato perché, attraverso l'urbanistica, si possa concretizzare un nuovo patto di cittadinanza.

Urbanistica e società civile

Sommario: Prefazione. Le Corbusier è ancora. un'opera aperta? di Carlo Olmo - RICERCHE: Bruno Reichlin, Le Corbusier e i disegni del « Voyage d'Orient » - Giuliano Gresleri, « ENTRE DEUX »: Le Corbusier « archipittore » - Tim Benton, E-1027 and the « drôle de guerre » - Caroline Maniaque, Entretien (intervista) a Salvatore Bertocchi - Fulvio Irace, Tra le parole e le cose: la difficile eredità di Corbu - Susanna Caccia Gherardini, Un restauro circolare: la villa Savoye, 1970-1986 - Roberta Grignolo, La densità: un criterio per il restauro degli interni di Le Corbusier? - Miguel Ángel de la Cova, Maquetas en acción. Técnicas, objetos y sujetos en la obra de Le Corbusier - Carlo Olmo, Esiste un tempo dell'opera, esiste un tempo dell'autore: studiando la villa Savoye - English texts - Biografie degli autori / Author biographies

Studi su Le Corbusier - RASSEGNA DI ARCHITETTURA E URBANISTICA Anno LII, numero 153

Pierre Luigi Nervi (1891-1979) a définitivement marqué de son empreinte puissante le vingtième siècle. Ingénieur amoureux de l'architecture gothique, il a exploré sans relâche toutes les possibilités expressives et structurelles du béton armé, un matériau qu'il lui est quasi contemporain. Ponts, cathédrales, églises, stades, bâtiments industriels, tours ou infrastructures de transport, la liste impressionnante de ses projets conçus seul ou avec certains des plus grands architectes de son temps couvre toutes les typologies et les besoins humains. Imprégné de l'idée que son art, celui de l'ingénieur bâtisseur, devait avant toute chose être humblement mis au service de la communauté des hommes, il a constamment recherché l'économie constructive sans renoncer à l'esthétique. Bien avant nos préoccupations actuelles, il avait à l'esprit les limites des ressources naturelles et la nécessité de les employer avec parcimonie. Il demeure une source d'inspiration technique et architecturale majeure. " La relation entre l'esthétique et la technologie dans la construction a acquis une nouvelle richesse et une diversité avec l'introduction du béton armé. Le plus fertile, le plus malléable et le plus complet procédé de construction que l'humanité n'ait jamais inventé. Ce n'est pas une exagération de dire que le développement d'une nouvelle esthétique, qui retourne aux principes des périodes architecturales les plus éloignées en empruntant d'obscurs canaux, est produite par la potentialité constructive et plastique unique de ce matériau ".

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