À 34 ans, Singer, auteur sans succès ni inspiration, obtient son diplôme de bibliothécaire. Il décide de quitter Oslo pour prendre un nouveau départ dans une ville de province où personne ne le connaît. Il y tombe amoureux d'une céramiste, Merete Sæthre.
Mais après plusieurs années, leur mariage se délite. Un jour, alors qu'ils sont sur le point de divorcer, la vie de Singer bascule : Merete décède dans un accident de voiture. Veuf à 39 ans, empêtré dans la culpabilité, Singer décide de s'occuper seul d'Isabella, sa belle-fille de 6 ans et de revenir à Oslo.
À travers cet homme sans qualités, écrivain raté, analytique mais ratiocineur, Dag Solstad décrit notre monde avec une lucidité ironique grâce à laquelle les choses les plus ordinaires et quotidiennes se trouvent investies d'une folle puissance romanesque et prennent une force tragique et mystérieuse.
Comment se débrouille-t-on pour, comme Singer, passer complètement à côté de sa vie ? Un roman brillant, à la fois drôle et déchirant.

T. Singer

T. Singer on 34-aastane raamatukoguhoidja, kes kannatab «omapärase häbitunde vormi» all. Ta lahkub Oslost ja kolib väikelinna Notoddenisse, kus kavatseb peitu pugeda ja uut rutiinset elu alustada. Seal armub ta aga keraamik Meretesse, üksikemasse, ja nad abielluvad. Esialgu on Singer oma abikaasa ja kasuisa rolliga väga rahul, kuni äkki terendab ees lahkuminek. Ja siis juhtub õnnetus, mis määrab T. Singeri saatuse.

Un professeur dans la cinquantaine, Elias Rukla est en butte à une jeunesse indifférente et hostile qui n’en a rien à faire de l’enseignement du norvégien en général et d’Ibsen en particulier. C’est toute la solitude du professeur que Solstad nous livre ici, toute la difficulté, ancestrale, universelle, à intéresser des adolescents à une œuvre non seulement incontournable des lettres nationales, mais d’une étonnante modernité. C’est aussi l’ironie de Solstad qui sait se moquer de son personnage, frustré dans sa vie personnelle, incapable de se mettre au niveau de ses interlocuteurs, perdu dans les méandres de sa pensée somme toute alcoolisée.

Honte et dignite

Bjørn Hansen, a respectable town treasurer, has just turned fifty and is horrified by the thought that chance has ruled his life. Eighteen years ago he left his wife and their two-year-old son for his mistress, who persuaded him to start afresh in a small, provincial town and to dabble in amateur dramatics. In time that relationship also faded, and after four years of living alone Bjørn contemplates an extraordinary course of action that will change his life for ever.He finds a fellow conspirator in Dr Schiøtz, who has a secret of his own and offers to help Bjørn carry his preposterous and dangerous plan through to its logical conclusion. However, the sudden reappearance of his son both fills Bjørn with new hope and complicates matters. The desire to gamble with his comfortable existence proves irresistible, however, taking him to Vilnius in Lithuania, where very soon he cannot tell whether he's tangled up in a game or reality.Novel 11, Book 18, for which Dag Solstad received the Norwegian Critics' Prize for Literature, is an uncompromising and concentrated existential novel that accommodates all of the author's fundamental themes.

Onzième roman, livre dix-huit

Solo nel suo appartamento, il professor Andersen, cinquantacinquenne divorziato, docente di letteratura all'università di Oslo, sta festeggiando con solennità il Natale: l'albero decorato, l'abito elegante, la cena tradizionale. Mentre medita sul senso di appartenenza che gli dà abbandonarsi con « semplicità infantile » a quel rito collettivo, vede da una finestra della casa di fronte un uomo che strangola una donna. Afferra il telefono per avvertire la polizia, ma poi riaggancia, non chiama, e giorno dopo giorno continua a rimandare, finché la sua esitazione si trasforma in una totale paralisi della volontà. Perché è incapace di denunciare un omicidio? Perché è sempre più affascinato dall'assassino e ne spia ogni movimento, fino al momento in cui si troveranno faccia a faccia? Un inizio da Finestra sul cortile alla Hitchcock per quello che diventa un geniale « giallo di inazione », in cui la suspense è data non dall'indagine sul delitto, ma dalla crisi del testimone e dalla sua ossessiva autoanalisi che finisce per coinvolgerci in una spirale di provocatori interrogativi. Esiste un fondamento assoluto alla morale? La letteratura e l'umanesimo sono ancora in grado di influire sulla coscienza? Non consegnare un assassino vuol dire contravvenire a uno dei cardini della società o rifiutarsi di scagliare la prima pietra? Con un romanzo esistenziale tra Cechov e Thomas Bernhard, Dag Solstad indaga sui temi di colpa e responsabilità, radicalismo e compromesso, ribellione e omologazione, chiedendosi qual è il ruolo dei valori culturali, filosofici, religiosi e morali nell'uomo e nella società di oggi.

La notte del professor Andersen

Il primo romanzo tradotto in Italia della voce più importante della narrativa norvegese contemporanea. In procinto di partire per il Messico, Dag Solstad, narratore e coprotagonista dell'opera, riceve la telefonata di un amico d'infanzia che non vede da tempo, Arne Gunnar Larsen « AG », architetto, urbanista e burocrate statale. Hanno entrambe quarantadue anni. AG, socialdemocratico pragmatico, dopo il fallilmento del suo matrimonio, si è trasferito a Romsås, città satellite di Oslo progettata da lui stesso negli anni '70, mosso dalla necessità di avvicinarsi alla classe lavoratrice per cui lui stesso aveva lavorato. Travolto dalla solitudine dell'utopia urbana si farà coinvolgere in una serie di avventure tra il grottesco e l'assurdo, in cui il melodramma sentimentale si mescola alla discesa verso il crimine che ha la tensione del thriller. Tutto raccontato dalla prospettiva di Dag, rivoluzionario comunista disilluso, che trascina il lettore nella dimensione impenetrabile della moderna Scandinavia dove il benessere materiale rischia solo di produrre la « Grande Assenza ».

Ses oeuvres

Ses derniers livres