Bilal è un "archeologo metropolitano" che scava nella Milano dismessa di case, fabbriche, attività commerciali, giardini, in cerca di oggetti e di storie. Qui è la compagna Dyne a trascinarlo in una nuova avventura. Un pittore viene ucciso a Brera e sembra un delitto di malavita. L'uomo nascondeva un segreto legato a strani furti compiuti in Pinacoteca anni prima. Segreto che fa gola a molti e porta Bilal sulle tracce del traffico clandestino di quadri. Ma come capita per certi dipinti dubbi, qualcosa di ben diverso sta sotto la superficie.

La regola d'arte

Milano. Bilal è un archeologo metropolitano che nella città dismessa cerca oggetti e storie dimenticate. In un deposito di tram in disarmo scopre una lettera di Natale spedita mezzo secolo prima da un ragazzino (un tempo a Milano era possibile imbucare lettere sui tram.). Rintraccia il mittente, Gianni Baldelli, un sessantenne che abita al Sempione e vive in solitudine un grave dramma personale. Sta infatti perdendo la memoria e ha urgenza di conoscere la verità sulla storia che cambiò, proprio l'anno di quella lettera, la sua vita. Chi uccise i suoi genitori? Bilal e Lobbia, l'amico poliziotto di strada ora in pensione, iniziano a indagare su quel delitto avvenuto mezzo secolo prima, mai risolto e di cui tutti sembrano aver perso la memoria. Pezzo dopo pezzo, con intuizione e tenacia, i due risalgono l'esile filo che li porta a un rapina in una bisca, avvenuta proprio quell'anno e il cui bottino stranamente non è mai riapparso. Tutto sembra convergere su un bar gestito oggi da cinesi, ma un tempo da un vecchio boss malavitoso. Su quel bar ha mire anche lo Sciacallo, il capo della mala milanese di oggi. L'ipoteesi è che lì, in quel bar che diventa oggetto di conflitti a fuoco, minacce e ricatti, siano nascosti i famosi gioielli perduti. E' una lotta contro il tempo, perché Baldelli sta perdendo definitivamente la memoria e la malavita sta mettendo le mani sul bottino. Alla fine Bilal batterà tutti sul tempo e potrà raccontare la verità a Baldelli. In tempo prima che la memoria, e la vita, lo abbandonino definitivamente.

La memoria è un bene rifugio

Qualcuno vuole ingannare il pirotecnico agente dell'FBI, ma ha fatto male i suoi conti. Disincantato, sempre pronto a menare le mani e assolutamente politically incorrect, Lemmy Caution finisce in Arizona richiamato da un vicenda di "pornografia postale" e finisce per scoprire ben altro. Con il solito contorno di donnine che sembrano tutte uscite dal mondo di Bettie Page e da un'America ormai perduta.

Non provocate Lemmy Caution - I falsigialli - racconti, #8

Quando Occhi Verdi si presenta in ufficio, Marlowe immagina che saranno guai. Se poi la donna di nome fa Colt, i guai sono sicuri. Inizia così un'indagine strana, in una Los Angeles misteriosa e disperata, che l'investigatore porta avanti con ostinazione e coraggio, ben sapendo di farsi molti nemici. Ma quella cliente, con i suoi occhi verdi e tutte le sue illusioni, ha diritto di conoscere la verità, qualunque essa sia.

Philip Marlowe - Nessuno è di nessuno - I falsigialli - racconti, #7

Racconto. Un illustre archeologo viene ucciso nel suo studio di New York. L'arma è un dardo conficcato nel cuore. Curaro. All'apparenza, perché tutto nel delitto è apparenza, è un gioco di specchi che non inganna il sofisticato investigatore. Alla fine, dal labirinto degli specchi, esce la verità.

Philo Vance - Una spina nel cuore - I falsigialli - racconti, #6

Perché sono sparite tutte le matrici con la lettera H da una delle linotype del New York Times? E chi è stato a uccidere il tipografo Desmond Clayle? Ellery Queen affronta un caso insolito, in diretta sotto gli occhi dei cronisti, mentre nella sua testa cerca un buon movente per l'assassinio (letterario) di un Lord. Il popolare investigatore, alla fine sbroglierà la matassa. Anzi, due matasse.

Ellery Queen e il ladro di H - I falsigialli - racconti, #4

Maigret indaga in un piccolo paese nascosto nel cuore di Parigi. Imitazione di Simenon.

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