Aliza ignore où est son papa. Elle s'est toujours heurtée aux silences de sa mère et de son entourage. Alors elle l'a inventé : héros, vivant aux Etats-Unis, peut-être même se cachant pour ne pas qu'elle le retrouve ? Aujourd'hui, la plupart de ceux qui connaissaient la vérité ont disparus. C'est d'ailleurs, au cimetière en compagnie de ces morts, qu'elle revoit régulièrement Dorit, sa meilleure amie, Brakha, Khayale et les autres. Pris en étau entre passé et présent, ces enfants de survivants de la Shoah portent le poids des secrets de leurs aînés. Cependant, après toutes ces années, les langues enfin se délient et les souvenirs ressurgissent. Lizzie veut comprendre pourquoi sa mère a choisi de se taire. Au fil de son enquête, les pièces du puzzle s'assemblent et dévoilent la réalité à la fois tragique et cocasse. Lizzie Doron nous entraîne dans une quête bouleversante qui plonge aux origines de ces rescapés de la vie. La petite Aliza, devenue écrivain, va cesser de s'inventer des histoires, elle est désormais fin prête à écrire et assumer la sienne.

Un jour on se rencontrera

Fuggire non serve quando non puoi dimenticare. E così Gadi e Hezi continuano ad amare Amalia la ribelle, indomabile da bambina come da adulta, testarda e sarcastica fino all'eccesso, l'unica ad essere rimasta nel quartiere che li ha visti crescere, quel quartiere abitato da sopravvissuti alla Shoah come i loro genitori, luogo di nostalgie, sofferenze rimosse e timorose speranze. Ora sono lontani e realizzati nel loro lavoro, ma anche a New York e Parigi il passato - intreccio di verità negate e questioni irrisolte - impedisce che la loro esperienza di felicità si avveri nel presente. In questo suo quinto libro Lizzie Doron costruisce un romanzo intenso e profondo che ruota attorno a un triangolo amoroso irrealizzabile in cui memoria, amore e psiche si mescolano senza possibilità di amalgamarsi; nello stile asciutto, a tratti ironico, a tratti struggente, che ha fatto amare i suoi libri a tanti lettori. Lizzie Doron è nata a Tel Aviv nel 1953, Dove vive tuttora. I suoi libri hanno riscosso un grande successo di pubblico e di critica e hanno vinto numerosi premi, tra i quali, in Italia nel 2009 il premio Adei-Wizo "Adelina Della Pergola" e il premio Alziator. Con la Giuntina ha già pubblicato Perché non sei venuta prima della guerra?, C'era una volta una famiglia, Giornate tranquille e Salta, corri, canta!

L'inizio di qualcosa di bello

Tel Aviv, fine anni '50. I reduci dai campi di sterminio costruiscono coraggiosamente nuove famiglie, mettono ancora una volta al mondo bambini ebrei. E pensano di proteggerli nascondendo loro con il silenzio le atrocità vissute. Anche la piccola Aliza (Lizzie) appartiene a questa generazione nata dopo la guerra e cresciuta tra i fantasmi di un passato rimosso. Ma il mistero più grande riguarda il suo presente: « Dov'è mio padre? Chi è mio padre? » sono le domande che pone continuamente, a cui fa eco solo il mutismo della madre. Attraversare quel deserto, ascoltare il non detto, scandagliare la propria memoria: questo è l'arduo percorso che Aliza affronterà da adulta per dare risposta a quelle domande. In un crescendo di emozioni e di scoperte, con l'acume e la perseveranza di un detective, cercherà una spiegazione al silenzio ostinato della madre e alla complicità di tutti gli altri. Saranno le amiche d'infanzia, come lei cresciute all'ombra della Shoah, a fornirle il filo di Arianna che la porterà finalmente a sapere.

Salta, corri, canta!

All'inizio degli anni cinquanta, nello Stato d'Israele nacque un nuovo paese, il paese di qua. In questo paese vive un popolo estraneo che viene dalla terra di là. I suoi abitanti sono giunti qua contro la loro volontà; uniche loro proprietà: una lingua straniera, strane usanze, ricordi e incubi. Dopo il caos della terrà di là, si imposero il compito di dare vita a una nuova creazione, e costruirono un nuovo mondo. Nel paese di qua vive anche Helena, mia madre, dopo che era morta nella seconda guerra mondiale, e qua, da sola, mi ha cresciuta. All'inizio degli anni novanta, dopo che mia madre è morta per la seconda volta, si sono riuniti e sono venuti a porgerle un ultimo saluto coloro che ancora erano rimasti nel paese di qua; e riportarono in vita quelli che non c'erano più. E quella terra, che con i suoi morti giace moribonda da ormai molti anni, risuscitò: per sette giorni tornò di nuovo in vita un paese sconosciuto, un paese che mi è stato patria e famiglia. E questa è la sua storia.

C’era una volta una famiglia

Il salone di parrucchiere di Zaytshik è il punto di ritrovo di un piccolo quartiere di Tel Aviv, non solo per la vedova Leale, la manicure che ama Zaytshik, ma anche per i suoi vicini, quasi tutti sopravvissuti alla Shoah. È qui che dopo anni di silenzio cominciano timidamente a raccontare la loro storia. Anche in questo suo nuovo romanzo, premiato da Vad Uashem con il premio Buchman, Lizzie Doron ci parla con lieve umorismo e calda compassione di un dolore che non può passare, della ricerca di un po' di felicità, del tenace aggrapparsi a una vita che a molti non sembra più degna di essere vissuta.

Giornate Tranquille

Les habitués du salon de coiffure au cœur de Tel-Aviv sont tous des survivants de la Shoah, déterminés à reconstruire leurs existences brisées. À la mort du patron, le salon ferme et Leyele, la manucure, se trouve prise dans un tourbillon de souvenirs. Les mains délicates de Dorka, les paumes de mannequin d’Ida, les ongles cassés de Guta. Mieux que quiconque, elle connaît les rêves des uns et sait les amours des autres. Elle est désormais contrainte, elle aussi, à se confronter à son propre passé.Avec un humour sous lequel perce la tragédie, Lizzie Doron dépeint un quartier peuplé de gens de « là-bas », ces rescapés dont la vie s’est brutalement arrêtée, pour se poursuivre en Israël. À jamais hantés par l’enfer.

Jours tranquilles

Hantée par ses souvenirs, ceux d’une vie antérieure merveilleuse et ceux de la souffrance indicible infligée par ses bourreaux, Héléna a vacillé. Entre fiction et réalité, entre ombre et lumière, elle a effacé des preuves et inventé des faits pour se construire un monde à elle.Par petites touches, sans pathos, au travers d’une série d’anecdotes intimistes et souvent drôles, se dessine le bouleversant portrait d’une femme rescapée de la Shoah. Une mère atypique et déconcertante, animée d’une farouche volonté de vivre.

Pourquoi n'es-tu pas venue avant la guerre ?

À sa fille qui la questionne sur leurs origines familiales, Lizzie Doron répond en peignant un portrait bouleversant de sa mère, rescapée de la Shoah.
Anecdotes émaillées d'épisodes, parfois amusants, sur le souvenir de cette femme partagée entre une première vie heureuse et une seconde gouvernée par la souffrance et les bourreaux.
Avec un humour noir, plus près des larmes que du rire, c'est le roman de la deuxième génération qui n'oublie pas.

Ses oeuvres

Ses derniers livres