« C'était une époque extraordinaire. Lorsque j'y réfléchis, cette époque dure sans doute encore, elle durera aussi longtemps qu'il y aura des garçons de dix-neuf, vingt ans. Mais pour nous elle est depuis longtemps révolue. Nous étions au-dessus du monde et le monde était au-dessus de nous et pesait sur nous de tout son poids. Loin tout en bas, nous voyions le monde plein d'agitation, et méprisions les gens, surtout les messieurs importants, les messieurs affairés et satisfaits qui pensent être arrivés dans le monde. » Les antihéros de Nescio baignent dans une mélancolie dont les décors sont les cafés d'Amsterdam, les magnifiques paysages de Zélande, la mer, les polders et les canaux sous les couchers de soleil ; une mélancolie nourrie d'un désenchantement devant la vie et ses contraintes et d'un sentiment d'absurdité existentielle. Nescio n'a pas choisi son pseudonyme par hasard : il ne sait pas, il interroge, la vie reste un mystère. En cela, il nous est merveilleusement contemporain, et sa littérature, universelle.

Le pique-assiette et autres recits

« Fu un'epoca meravigliosa. Anche se, a pensarci bene, è un'epoca che deve durare ancora adesso, durerà sempre finché ci saranno ragazzi di diciannove, vent'anni. » È la voglia di rivoluzionare il mondo che i bohémien di Nescio hanno in comune con i ragazzi di tutti i tempi, hippy ante litteram in un'Amsterdam di inizio Novecento, in rivolta contro un sistema che esige routine, lavoro e successo. Sono « giovani Titani » che inseguono i propri sogni, illusi che il semplice astenersi dal gioco, la loro stessa povertà, la scelta di dedicarsi all'arte, quel continuare a desiderare, senza sapere bene cosa, siano già un segno di vittoria, uno strumento per sconfiggere un mondo che finirà invece per fagocitarli o espellerli. Japi « lo scroccone », che non vorrebbe fare altro che guardare il mare, ma ama troppo i piaceri mondani per non tuffarcisi quando sono gli altri a pagare il conto; Koekebakker, giornalista ormai famoso, che finisce per perdere ogni idealismo; Bavink, artista affermato, che capisce di essere uguale ai ricchi borghesi da lui detestati. Sono queste le storie di Amsterdam, e quelle del poeta Eduard, di Bekker, di Hoyer, con le passioni, le trasgressioni, la follia e i caffè, i canali, il mare, i tramonti, i magnifici paesaggi dello Zuiderzee. Vite che si accendono in dialoghi così essenziali da far pensare a Beckett, con un'ironica e brillante leggerezza che maschera appena la costante malinconia di fondo, non solo per l'inevitabile sconfitta, i sogni traditi, le illusioni perdute, ma per quel senso di totale disincanto che comunica Nescio: con una sconvolgente modernità, come dice il suo pseudonimo, l'autore non sa, interroga l'inspiegabile assurdità del vivere.

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