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Montale | Massimo Natale • Massimo Natale • A.A.V.V. • A.A.V.V.
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Montale

Publié par Pelago, le 13 décembre 2021

Résumé

Con il suo atteggiamento antiretorico, con un timbro « scabro ed essenziale », Eugenio Montale già nel primo Novecento ha fatto della poesia lo strumento per raccontare l'esperienza della perdita e la fine di ogni certezza sul senso della vita umana, collocando la propria scrittura in versi sulla soglia ultima fra la costanza della tradizione e il suo inabissarsi. La poesia di Montale ha perennemente tentato di avvicinare l'inesprimibile alla concretezza del reale, con un linguaggio nuovo, antiestetizzante, centrato sugli oggetti e sulle « cose », teso ad esprimere la profonda « disarmonia » dell'individuo davanti alla realtà, la sua angoscia nei confronti del mondo. Con Satura - raccolta pubblicata nel 1971 e considerata un punto di svolta nella storia della lirica novecentesca - Montale ha fatto poesia sulla crisi della poesia, sempre più lontana dal Sublime e sempre più invasa dal Nulla: un canto ormai in bilico tra forza evocativa e ironia, eppure ancora capace di inoltrarsi nelle contraddizioni del reale, di continuare a cercare la « vita » proprio là dove più insistono « l'arsura e la desolazione ».

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