Archimede latino - Iacopo da San Cassiano e il Corpus Archimedo alla metà del Quattrocento con eidzione della Circuli dimensio e della Quadratura parabolae
Publié par Belles Lettres, le 23 août 2012
371 pages
Résumé
Nel 1544 esce a Basilea l'editio princeps greco-latina di grau parte dei testi archimedei oggi noti e dei relativi commentari di Eutocio: è questo l'Archimede latino che tra la fine del Cinquecento e i priori del Seicento, conosciuto e studiato dallo stesso Galileo, ispira un radicale mutamento nel modo di concepire la matematica. Nell'intento di por rimedio alla scarsa attenzione sin qui dedicata al vero artefice della riscoperta archimedea, Iacopo da San Cassiano, la prima parte del volume ne segue gli spostamenti tra lo Studio di Pavia, la corte dei Gonzaga e la curia di Niccolb V, sforzandosi di far luce sulle frequentazioni in cui andô maturando la traduzione del corpus archimedeo e sui contesti in cui, nella seconda metà del Quattrocento, essa si diffuse. Ne emergono, con la vivacità dell'ambiente accademico pavese e mantovano, nonché dei circoli umanistici di Milano, Bologna, Ferrara e Roma, la poliedricità della cerchia del Bessarione, l'acribia filologica del Regiomontano e la curiosità scientifica di un Piero della Francesca, di un Francesco dal Borgo o di un Leonardo da Vinci. Nella seconda parte del volume vengono esaminate le testimonianze coeve sulla versione latina e la sua tradizione manoscritta. L'analisi di quest'ultima consente di individuare tra i codici superstiti il primunt exemplar della traduzione, cioè la bozza autografa di Iacopo, nonché la copia su cui il Regiomontano, partendo da un codice bessarioneo ora conservato nella Biblioteca Nazionale Marciana, condusse la revisione del testo e delle figure geometriche confirma nella princeps del 1544, e inoltre i due codici su cui Francesco dal Borgo e Piero della Francesca studiarono Archimede verificandone in stretta collaborazione le costruzioni geometriche. Secondo J.L. Heiberg, Iacopo avrebbe fondato il proprio lavoro su un codice del sec. IX in seguito posseduto da Giorgio Valla e oggi noto corne cod. A; secondo il Clagett, egli si sarebbe invece servito della traduzione medievale di Guglielmo di Moerbeke. L'esame di tali tesi e Io studio parallelo di varî luoghi della versione di Iacopo e della corrispondente lezione degli altri testimoni archimedei, cui è dedicata la terza parte del volume, porta viceversa a concludere ch'egli non soltanto prescinda dal precedente di Guglielmo, ma si fondi su di un testo greco diverso e indipendente da quello recato dal codice bizantino del Valla - ragion per cui la sua versione si rivela di sicuro interesse anche in relazione a una più soddisfacente ricostruzione del testo e del pensiero stesso di Archimede. L'edizione critica della Circuli dimensio e della Quadrature parabolce, ospitata nella quarta e ultima parte del volume, dà agio al lettore di valutare in concreto i tanti inediti aspetti del complesso quadro in precedenta sbozzato. Corredata da un triplice apparato critico, dalla traduzione italiana a fronte e da succinte note di comment()) essa non soltanto consente di cogliere, coi tentennamenti di Iacopo, altresi le divergenze della sua versione rispetto alla tradizione grecs superstite, ma evidenzia i principali caratteri della successiva trasmissione del testo. Un'apposita Appendice fornisce notizie essenziali sui testimoni e le lezioni uniche dei codices descripti, generalmente esclusi dall'apparato.
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