Le leggi del mondo, rigide ma sempre in equilibrio sulla precarietà della vita. L'oltre, incerto, che legittima l'uomo e lo sostanzia. Con la sua lingua preziosa e misurata, Anne Carson traccia un parallelismo tra le biografie di due poeti europei, il greco Simonide di Ceo e il romeno di origine ebraica Paul Celan. « Forse sono poeti quelli che sperperano ciò che i loro padri avrebbero risparmiato », scrive l'autrice. Eppure Simonide è stato uno dei primi intellettuali a scrivere versi in cambio di denaro. E così Paul Celan, sopravvissuto all'Olocausto e cultore della memoria, che trascorre gli ultimi anni della vita in un regime capitalista di reificazione, in cui tutto ha il valore del proprio corrispettivo economico. Ma se è vero che a « dispetto d'ogni altra cosa, questo soltanto, sì, il linguaggio, rimane imperduto », come Celan stesso scrive, se è vero che la poesia è l'unica testimonianza del passaggio fugace di un uomo nel mondo, cosa va perduto quando si spreca una parola? Anne Carson riflette sul concetto di « economia poetica », intrecciando le vite di due uomini « nel mondo e mai del mondo », testimoni della propria epoca e cultori di un'arte senza tempo.

Economia dell'imperduto

Qu'est-ce pour vous que la poésie ? " demandait-on un jour à antonella anedda.
 Et telle fut sa réponse : " c'est ma réalité, enfoncée dans ma vie : c'est une racine, et parfois une lame.  " une racine qui la relie à la totalité de la terre et du cosmos, aux vivants et aux morts, à la parole même de ce qui semble ne pas avoir de voix.  et une lame qui ouvre au monde, annonce une blessure, mais devient aussi l'emblème du tranchant de la poésie.  la force d'un livre comme nuits de paix occidentale (1999) semble tenir à une tension toujours renouvelée entre un souci de réserve pudique, de loyale retenue oú le chant révèle sa part d'ombre et de silence, et un élan profond, une ardeur immédiate dans le don de soi, dans l'incandescente offrande de parole.

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