La Danse du feu

Le second volume du diptyque considéré comme le chef-d'oeuvre de Roberto Arlt et commencé avec «Les Sept Fous». On y retrouve ses personnages aussi perdus que diaboliques, qui poursuivent la mise en place de leurs projets délirants dans un Buenos Aires populaire décrit à merveille. Une description assortie d'une critique sous-jacente de la montée des totalitarismes toujours d'actualité.

Les lances-flammes

Le jouet enragé

Ecrites entre 1928 et 1933, les Eaux-fortes de Buenos Aires sont autant d'instantanés de la capitale argentine. Ces chroniques journalistiques forment un tableau vivant et mouvant de la ville, une oeuvre urbaine et moderne. " Voici venues les nuits des chaises sur le trottoir, des familles stationnées aux portes de leurs maisons ; voici venues les nuits de l'amour sentimental, du "bonsoir voisine", du si poli et fort insinuant "comment ça va, monsieur Pascual", et monsieur Pascual sourit et se lisse la moustache, car il sait bien pourquoi le p'tit jeune lui demande de ses nouvelles. Voici venues les nuits... ".

Eaux-fortes de Buenos Aires

« Non ti dirò mai come sono sprofondato, poco a poco, giorno dopo giorno, fra uomini dannati, ladri e assassini, fra donne che hanno la pelle del viso più ruvida della calce screpolata ». Così ha inizio « Le belve », il più celebre racconto dell'autore argentino Roberto Arlt. Da sempre cantore dei bassifondi, di quell'umanità arruffata e spesso ai limiti della legalità, oltre che della letteratura, Arlt tocca in queste pagine le vette più alte della sua visionaria capacità di rappresentazione. Da dietro la vetrina di un bar, in quella « città abissale » che è la Buenos Aires degli anni Trenta, vediamo scorrere le vite di belve e di uomini onesti, in un racconto che è insieme la confessione di un uomo sull'orlo del baratro e una lettera disperata per un amore perduto.« Le belve » è tratto dal volume Una domenica pomeriggio (SUR, 2015)

Le belve

Ce nouveau recueil de chroniques journalistiques nous replonge dans l'atmosphère des Eaux-fortes de Buenos Aires. On retrouve avec plaisir la plume de Roberto Arlt, toujours vive et moqueuse quand il s'agit de dénoncer les travers de ses contemporains et leurs marottes : les bars « de style allemand », les voyantes, les « écrivains nationaux », les travaux de destruction et de reconstruction qui n'en finissent pas.

Son regard se fait plus tendre quand il évoque la vie des laissés-pour-compte de la société argentine : les dettes terribles des immigrés européens, les boutiques de vêtements d'occasion, les Noël sans gâteau traditionnel.

Mais dans ces « nouvelles eaux-fortes », Roberto Arlt ne se contente pas de nous parler de sa ville. Il nous parle aussi, dans ses articles d'actualité internationale, du monde tel qu'il le voit depuis Buenos Aires, un monde devenu fou pendant ces années 1930 où l'on pouvait déjà entendre - pour ceux qui étaient attentifs - « le grondement des canons ».

Dernières nouvelles de Buenos Aires

Scritte nel 1933 le "Acqueforti di Buenos Aires" raccolgono immagini e percezioni della metamorfosi della capitale argentina in metropoli moderna. Arlt richiama nel titolo la stupefacente esattezza e la portata narrativa delle piccole acqueforti in voga nel Seicento, a opera di grandi pittori come Rembrandt: il linguaggio asciutto e il registro essenziale rendono alla narrazione la stessa sottile stilizzazione e l'attenzione ai particolari. Borseggiatori, mendicanti, oscure presenze e gente comune formano un affresco a tinte forti in cui Arlt mette in dubbio la necessità e le modalità della modernizzazione: l'arrivo della corrente elettrica, il telefono, gli edifici nuovi che non riconoscono più a quelli vecchi alcuna funzione pratica né decorativa, ridotti a ruderi di un passato che si rifiuta di essere cancellato, ma che pare non voler prendere parte alla costruzione del futuro. Con accenti talvolta grotteschi Arlt applica lo "sguardo dell'outsider"; lucido, addolorato e ironico insieme, osserva il corpo stesso della città, che si fa essere pulsante, e nella sua trasformazione inghiotte e sputa parti di materia che lo circondano e che ne costituiscono l'essenza più vera. Sofferenze, ottimismo, ricchezza e povertà, i profondi mutamenti dell'inizio del secolo, echi della cultura europea. La "vita dello spirito" di una popolazione cittadina che sente il terreno franare sotto i piedi e si aggrappa a una spensierata serietà che talvolta rischia di rendere la vita meno luminosa di come potrebbe essere, ma ancor più interessante da raccontare, perché quello che conta per lo scrittore è « stare nell'anima di tutti, assieme a tutti. Da qui la grande allegria: sapere di non essere solo ».

Acqueforti di Buenos Aires

Roberto Arlt, L'Ecrivain raté Traduit de l'espagnol (Argentine) par Geneviève Adrienne Orssaud Après un premier succès, un jeune auteur s'aperçoit avec terreur que l'inspiration l'a déserté. Naguère animé par une confiance quasi mégalomane en son talent, il connaît à présent le plus affreux des doutes et tente, par tous les moyens - ruse, intimidation, esbroufe - de donner le change au public, à ses pairs, et surtout à lui-même. Hilarante satire de la République des lettres, L'Ecrivain raté était inédit en français.

L'écrivain raté

Pubblicato per la prima volta nel 1931, I lanciafiamme fu concepito come seguito dei Sette pazzi, l'opera che ha consacrato la figura di Roberto Arlt, ma può essere letto come una storia compiuta e a sé stante. Ritroviamo il leggendario protagonista Erdosain, i suoi compagni e il loro assurdo progetto di finanziare la rivoluzione grazie alla gestione di una catena di bordelli. L'insoddisfazione e il disprezzo dei personaggi per la realtà che li circonda sono tali da richiedere una risposta estrema: l'uso della violenza diventa così l'unica via percorribile, e permette ad Arlt di tracciare ancora una volta un quadro veritiero e profetico del mondo in cui viviamo. Prefazione di Matteo Nucci.

La Danse du feu

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