Ce livre, paru en Pologne en 1937, est considéré comme un livre culte. C'est un livre capital dans la littérature du XXe siècle. On peut le qualifier de roman existentialiste d'avant l'existentialisme. Son auteur fut reconnu comme le « chasseur acharné des mensonges culturels ». C'est l'histoire grotesque d'un homme qui devient un enfant à force d'être considéré comme un enfant. Ferdydurke voudrait démasquer la Grande Immaturité de l'humanité, un thème cher à cet écrivain polonais majeur.

Ferdydurke

«Si la maison brûle, tu prends le Kronos et tu cours le plus vite possible», disait Witold Gombrowicz à sa femme Rita. Tous les lecteurs de Gombrowicz connaissent son Journal, mais personne ne soupçonnait l’existence d’un autre journal, sulfureux, resté totalement secret après la mort de l’écrivain en 1969. De ces feuilles manuscrites, Gombrowicz surgit, mis à nu. Il retrace sa vie année après année depuis 1922. Les ennuis de santé et d’argent. Les lieux. La gloire tardive qui l’atteint. La sexualité sans fard. C’est la coulisse de l’Œuvre, le laboratoire ouvert à notre regard.

Kronos

Il règne autour des murailles du sinistre château de Myslocz une atmosphère bien étrange. On raconte alentours qu’un trésor y serait enfoui, que certaine pièces seraient hantées, que le Prince, maître des lieux, serait frappé par la folie. Une « faune » singulière gravite autour de ce lieu maudit et maléfique : une jeune héroïne fatale, son double masculin qui attire le mal comme un aimant, un savant trop naïf, un secrétaire sans scrupule et un étrange mage…Tous ces pions sont en place, certains sont littéralement possédés par d’autres, ou par le mal dans sa plus pure essence. Ils vont d’observer, se tromper, se haïr ou même s’aimer dans un climat d’angoisse et d’épouvante. Quel est donc le terrible secret qui peuple les corridors de Myslocz?

Les Envoûtés

Paru en feuilleton simultanément dans deux quotidiens polonais durant l'été 1939, ce roman fut interrompu par la guerre. Les trois derniers chapitres, qu'on avait crus définitivement perdus, ont été retrouvés en 1986 et confèrent au roman un étonnant dénouement.«Dans Les envoutés, le génie de Gombrowicz bouleverse les données traditionnelles du roman noir. Il explore ici sa propre légende et révèle son originalité : dédoublement, amour-haine, répulsion, possession et culpabilité.» Paul Kalinine.

Les envoutés

Varia i

Due uomini arrancano nel solleone di una campagna polacca che ronza di canicola e insetti. Arrancano e arrancano, tra boschi neri di ombre, campi neri di terra, siepi nere di sterpi. Lungo la strada un passero penzola incapestrato al ramo di un albero, con il becco aperto, nero di morte. È il primo indizio che apre un'improvvisata caccia all'enigmatico assassino, un'indagine sbalestrata e costellata di microcosmici indizi, messaggi che portano alla luce altre impiccagioni rituali, biascichii notturni e cabalistici oggetti disseminati, forse criminosamente o forse solo per caso, tra le stanze della dimessa pensione in cui i due decidono di sostare. Qui, nella complicità di una famiglia di misteriosi albergatori, altri ritrovamenti e anomalie amplificano l'eccitazione: il cadavere di un gatto che oscilla nella caligine montana, un uomo con le scarpe gialle appeso nel cuore della boscaglia, una donna silenziosa dalla bocca sfigurata, i colpi selvaggi di un martello nella notte, e gracidii di rospi alle porte, appetiti orgiastici, cigolii di talami incestuosi. Tutti nella casa sembrano nascondere un segreto, sfilandosi però dall'interrogatorio dei giovani ospiti con lepidezze e contraccuse, mentre le piste si moltiplicano, si contraddicono, si confondono nel disincanto di ogni verosimile soluzione. Cosmo - che il Saggiatore propone in una nuova traduzione - è l'ultima perturbante storia raccontata da Witold Gombrowicz; la più violenta, ironica, oscura favola mai scritta dal visionario autore polacco, uno dei grandi maestri del Novecento. Un romanzo che coglie nell'atmosfera poliziesca gli smerigli filosofici di un'indagine sulla tragedia umana, i disperati tentativi di scovare un senso nei dettagli marginali dell'esistenza, gli impulsi sessuali esasperati fino all'aberrazione che manipolano la nostra percezione del mondo, e l'ambiguità del reale cui la noia del vivere rivendica inesauribili interpretazioni, formulando di continuo cosmi paralleli, fantasmi, invisibili assassini le cui tracce si fanno evidenti solo per chi li ha immaginati. In questa foresta di segni, il Cosmo - il grande ordine che dà forma al Caos - è solo un altro nome con cui appellare la morte. È la sua apparizione sfingica, il suo subdolo serpeggiare nella vita tra simboli che si imboscano ovunque, ma che raramente riusciamo a decifrare.

Cosmo

« Kismet è una parola turca che signifi ca "destino". Gombrowicz la scrisse, come fosse il sigillo posto a custodia della sua esistenza e insieme la sua inevitabile deriva, nelle pagine del diario privato: Kronos. Kronos come il dio del Tempo, Crono, che divorò i propri fi gli: un titolo in assonanza con il suo ultimo romanzo, Kosmos (Cosmo); l'Ordine e il Tempo, due elementi centrali della nostra esistenza: sfuggenti, indefi nibili, spesso in antitesi. Kronos è proprio un tentativo di puntellare il Tempo: di dare un Ordine al Caos. Il suo valore risiede nel fatto che ci permette di conoscere un Gombrowicz non "in posa", privo delle numerose maschere che amava indossare. L'autore registra il flusso della sua coscienza mescolando fatti privati e pubblici, un flusso spessodisordinato ma in cui, per esempio, gli elenchi deibrani musicali funzionano come una sorta di ossaturaalla quale si aggrappa tutto il resto. Nel "caotico" Kronos, Gombrowicz riesce a sorprendere senza risultare mai banale o scontato: è come se ci lasciasse un messaggio abbandonato in una bottiglia, consegnato in una forma non lavorata, essenziale. Il messaggio di uno scrittore geniale, a lungo non riconosciuto per il suo valore, tormentato dalle malattie e dalle ristrettezze, in lotta con il tempo che bruciava troppo rapidamente la sua vita sciupandone il desiderio dell'eterna giovinezza e frustrando le sue esuberanze; uno scrittore che seppe però trovare, oltre la disperazione, gli appigli per non affondare, regalandoci, anche con questo "diario privato", un bizzarro lascito e una testimonianza, dal profondo, della vita che ribolle e poi si spegne. » Francesco M. CataluccioIl Saggiatore prosegue la pubblicazione del corpus delle opere di Witold Gombrowicz avviata con Cosmoe presenta per la prima volta al lettore italianoKronos: selezionato ciò che è importante, creativo, dall'inutile e dallo sterile che c'è in ogni vita, Gombrowicz costruisce il suo passato, lo sublimaattraverso la sua arte, si assegna il futuro che spetta ai grandi.

Pindamas įtraukiantį ir intriguojantį siužetą, Witoldas Gombrowiczius (Vitoldas Gombrovičius, 1904–1969) pasitelkia visą vaizduotės arsenalą – čia ir tarp liūnų kylanti apgriuvusi pilis, kurioje gyvena pamišęs kunigaikštis, saugantis mįslingą paslaptį, ir į tą pilį vis nesėkmingai siekiantis prasmukti profesorius, mat jam maga įsitikinti, ar joje tikrai sukaupti meno lobiai, ir nesukalbamas, nieko vidun neįleidžiantis kunigaikščio sekretorius, ir profesoriaus į pagalbą pasikviestas teniso treneris, kuris įsimylėjęs dvarininkaitę, tačiau ši susižadėjusi su kunigaikščio sekretoriumi, ir nuolat tvyranti paslapties atmosfera bei nepaliaujančios veikti antgamtinės jėgos, o galiausiai – visą šį mazgą išnarpliojantis aiškiaregys.Apsėstuosius, prisidengęs Zbigniewo Niewieskio slapyvardžiu, autorius pirmąkart paskelbė ištraukomis 1939 m. populiariojoje to meto Lenkijos periodinėje spaudoje. Šios publikacijos sulaukė didžiulio skaitytojų dėmesio ir susižavėjimo. Ši Gombrowicziaus knyga visiškai kitokia nei ankstesniosios, su kuriomis jau susipažinęs lietuvių skaitytojas.***Skandalingas, ekstravagantiškas, avangardiškas – taip kritikų apibūdinamas vienas garsiausių XX a. lenkų rašytojų Witoldas Gombrowiczius.Nuo 1939 m. jis gyveno Argentinoje, nuo 1964 m. – Prancūzijoje. Saviti, literatūros tradicijai ir visuomenės stereotipams nepaklūstantys Gombrowicziaus darbai tarptautinį pripažinimą pelnė šeštajame dešimtmetyje, o 1967 m. įvertinti prestižine Prix international de littérature premija, kurios pirmieji laureatai buvo Samuelis Beckettas ir Jorge Luisas Borgesas.Lietuvių kalba yra išleisti šie Gombrowicziaus romanai: Pornografija (1996), Ferdydurkė (2004), Kosmosas (2008), Transatlantas (2009) ir trijų dalių Dienoraštis (1998–1999).

Ferdydurke

Résumé

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