« Non ti dirò mai come sono sprofondato, poco a poco, giorno dopo giorno, fra uomini dannati, ladri e assassini, fra donne che hanno la pelle del viso più ruvida della calce screpolata ». Così ha inizio « Le belve », il più celebre racconto dell'autore argentino Roberto Arlt. Da sempre cantore dei bassifondi, di quell'umanità arruffata e spesso ai limiti della legalità, oltre che della letteratura, Arlt tocca in queste pagine le vette più alte della sua visionaria capacità di rappresentazione. Da dietro la vetrina di un bar, in quella « città abissale » che è la Buenos Aires degli anni Trenta, vediamo scorrere le vite di belve e di uomini onesti, in un racconto che è insieme la confessione di un uomo sull'orlo del baratro e una lettera disperata per un amore perduto.« Le belve » è tratto dal volume Una domenica pomeriggio (SUR, 2015)

Le belve

Scritte nel 1933 le "Acqueforti di Buenos Aires" raccolgono immagini e percezioni della metamorfosi della capitale argentina in metropoli moderna. Arlt richiama nel titolo la stupefacente esattezza e la portata narrativa delle piccole acqueforti in voga nel Seicento, a opera di grandi pittori come Rembrandt: il linguaggio asciutto e il registro essenziale rendono alla narrazione la stessa sottile stilizzazione e l'attenzione ai particolari. Borseggiatori, mendicanti, oscure presenze e gente comune formano un affresco a tinte forti in cui Arlt mette in dubbio la necessità e le modalità della modernizzazione: l'arrivo della corrente elettrica, il telefono, gli edifici nuovi che non riconoscono più a quelli vecchi alcuna funzione pratica né decorativa, ridotti a ruderi di un passato che si rifiuta di essere cancellato, ma che pare non voler prendere parte alla costruzione del futuro. Con accenti talvolta grotteschi Arlt applica lo "sguardo dell'outsider"; lucido, addolorato e ironico insieme, osserva il corpo stesso della città, che si fa essere pulsante, e nella sua trasformazione inghiotte e sputa parti di materia che lo circondano e che ne costituiscono l'essenza più vera. Sofferenze, ottimismo, ricchezza e povertà, i profondi mutamenti dell'inizio del secolo, echi della cultura europea. La "vita dello spirito" di una popolazione cittadina che sente il terreno franare sotto i piedi e si aggrappa a una spensierata serietà che talvolta rischia di rendere la vita meno luminosa di come potrebbe essere, ma ancor più interessante da raccontare, perché quello che conta per lo scrittore è « stare nell'anima di tutti, assieme a tutti. Da qui la grande allegria: sapere di non essere solo ».

Acqueforti di Buenos Aires

L'eleveur de gorilles

Pubblicato per la prima volta nel 1931, I lanciafiamme fu concepito come seguito dei Sette pazzi, l'opera che ha consacrato la figura di Roberto Arlt, ma può essere letto come una storia compiuta e a sé stante. Ritroviamo il leggendario protagonista Erdosain, i suoi compagni e il loro assurdo progetto di finanziare la rivoluzione grazie alla gestione di una catena di bordelli. L'insoddisfazione e il disprezzo dei personaggi per la realtà che li circonda sono tali da richiedere una risposta estrema: l'uso della violenza diventa così l'unica via percorribile, e permette ad Arlt di tracciare ancora una volta un quadro veritiero e profetico del mondo in cui viviamo. Prefazione di Matteo Nucci.

I lanciafiamme

Sept contes policiers suivis de Ce n'est pas ma faute

Un Crime Presque Parfait

Inventeur velléitaire et angoissé notoire, Erdosain travaille à la Compagnie sucrière où il a pris l'habitude de détourner de l'argent. Dénoncé et contraint de rembourser six cents pesos, il part a la recherche de celui qui pourra tes lui prêter. Il s'en va ainsi trouver l'Astrologue, un être fantasque déterminé à fonder une société secrète financée par les revenus de maisons closes. A ses côtés, un maquereau mélancolique, un pharmacien mystique, un aventurier chercheur d'or, un officier corrompu et un tueur illuminé. Entraîné ans ce projet fou, Erdosain arpente les bas-fonds du Buenos Aires es années 1930 dont Roberto Arlt dévoile tes parts d'ombre dans une langue résolument moderne et révolutionnaire.

Les sept fous

Los Lanzallamas es la continuación de Los Siete Locos, publicado en 1929, por Roberto Arlt. Publicado en plena dictadura militar, Los Lanzallamas continúa el aprecio de Arlt por Dostoievski -uno de sus escritores preferidos-, a la hora de retratar de modo muy realista el mundo de los bajos fondos de Buenos Aires, con sus tangos, delincuentes, prostitutas y rufianes.

Les Lance-flammes

Écrites entre 1928 et 1933, les Eaux-fortes de Buenos Aires sont autant d'instantanés de la capitale argentine. Ces chroniques journalistiques forment un tableau vivant et mouvant de la ville, une oeuvre urbaine et moderne.

" Voici venues les nuits des chaises sur le trottoir, des familles stationnées aux portes de leurs maisons ; voici venues les nuits de l'amour sentimental, du "bonsoir voisine', du si poli et fort insinuant "comment ça va, monsieur Pascual', et monsieur Pascual sourit et se lisse la moustache, car il sait bien pourquoi le p'tit jeune lui demande de ses nouvelles. Voici venues les nuits... "

 Écrites entre 1928 et 1933, les 
Eaux-fortes de Buenos Aires sont autant d'instantanés de la capitale argentine, de ses habitants, de ses coutumes et de son art de vivre : ses jeunes oisifs plantés devant leur seuil, ses chantiers de construction pillés de leurs briques, ses maisons de tôle ondulée aux couleurs passées... Un tableau vivant et mouvant de la ville, une oeuvre urbaine et moderne.

 

 " Arlt a dit du Buenos Aires des années 1930 tout ce que les autres intellectuels de son temps dissimulaient. " Julio Cortázar

 

 " Les 
Eaux-fortes de Buenos Aires sont tenues par ce singulier alliage : souci de l'observation et acidité généreuse du verbe. Une vraie leçon de journalisme. " Le Magazine Littéraire

Eaux-fortes de Buenos Aires

« Nous créerons notre littérature non pas en parlant continuellement de littérature mais en écrivant dans une orgueilleuse solitude des livres qui auront la violence d'un "cross" à la mâchoire. » Dans la ville en pleine mutation, entre gratte-ciels en construction et taudis sordides, avenues élégantes et ruelles des bas-fonds, l'errance de marginaux, révoltés sans cause dans une société à la dérive. Parmi eux, Erdosain, inventeur raté qui, de rêveries métaphysiques en minables escroqueries, ira jusqu'au crime absolu pour défier ce Dieu toujours absent.

Le second volume du diptyque considéré comme le chef-d'oeuvre de Roberto Arlt et commencé avec «Les Sept Fous». On y retrouve ses personnages aussi perdus que diaboliques, qui poursuivent la mise en place de leurs projets délirants dans un Buenos Aires populaire décrit à merveille. Une description assortie d'une critique sous-jacente de la montée des totalitarismes toujours d'actualité.

Les lances-flammes

L'éleveur de gorilles

Ecrites entre 1928 et 1933, les Eaux-fortes de Buenos Aires sont autant d'instantanés de la capitale argentine. Ces chroniques journalistiques forment un tableau vivant et mouvant de la ville, une oeuvre urbaine et moderne. " Voici venues les nuits des chaises sur le trottoir, des familles stationnées aux portes de leurs maisons ; voici venues les nuits de l'amour sentimental, du "bonsoir voisine", du si poli et fort insinuant "comment ça va, monsieur Pascual", et monsieur Pascual sourit et se lisse la moustache, car il sait bien pourquoi le p'tit jeune lui demande de ses nouvelles. Voici venues les nuits... ".

Remo Erdosain, inventore fallito, è a un passo dalla galera. I suoi ripetuti furti ai danni dell'azienda per cui lavora sono stati infatti scoperti, e adesso deve restituire le somme sottratte se non vuole essere denunciato. Si rivolge così all'Astrologo, un visionario, forse un truffatore, che in cambio del denaro lo attira in una sedicente società segreta e nella sua folle trama rivoluzionaria: un piano per prendere il potere in Argentina e instaurare un regime totalitario, ispirato in parte a Lenin e in parte a Mussolini. Nell'immediato, però, il piano dell'Astrologo - affiancato da improbabili comprimari come il Ruffiano Melanconico, l'Uomo che vide la Levatrice e il Cercatore d'Oro - prevede il rapimento e l'uccisione di un uomo innocente. Per Erdosain, dilaniato dai rimorsi, inizia una lenta discesa nel delirio, tra i bassifondi di una Buenos Aires notturna, popolata di personaggi sulfurei e indimenticabili. I sette pazzi (1929) è il capolavoro di Roberto Arlt e una delle pietre miliari del Novecento letterario argentino. Un romanzo sconvolgente e modernissimo, che racconta come solo i grandi narratori hanno saputo fare l'angoscia dell'uomo contemporaneo nella civiltà delle metropoli e del macchinismo, la lotta dell'individuo per conservare la propria anima quando tutte le circostanze sembrano volergliela negare.

I sette pazzi

Aguafuertes Porteñas, publicado por primera vez en 1933, es un compilado de artículos literarios que Arlt publicaba en papel prensa y que le proporcionaron un extraordinario éxito entre los lectores. Algunos eran publicados en el diario El Mundo, mientras que otros tenían su edición en la revista Proa. La intención principal de Aguafuertes Porteñas es el análisis y comentario de los cambios que va sufriendo Buenos Aires. Constantemente pone en cuestión la idea de progreso con un componente existencialista.

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